La mostra, curata da Elio Schenini, e il cui titolo, Il luogo delle nuvole, è ispirato a un verso di una poesia di Meret Oppenheim del 1944, si propone di evidenziare il costante interesse dell’artista per questo soggetto che percorre tutta la storia della pittura.
Nato a Bellinzona nel 1972, Luca Mengoni ha sviluppato a partire dalla metà degli anni Novanta un linguaggio artistico che pur variando costantemente di registro e muovendosi attraverso tecniche diverse come il disegno, l’incisione, la pittura e la scultura, ha finito per assumere nel tempo una precisa identità. Un’identità, che rifiutando però di comporsi in un discorso unitario e assertivo, si affida piuttosto alla frammentarietà di un vocabolario composto da simboli semplici ricavati direttamente dalla quotidianità della propria esperienza del mondo.
Ali di farfalle, aerei, scale, parti anatomiche, ziqqurat, labirinti, sono questi alcuni dei segni visivi, degli archetipi, che Mengoni utilizza per dispiegare un racconto che si distacca tuttavia da ogni tentativo di rappresentazione del reale per immergere lo spettatore in un’atmosfera evocativa dal carattere onirico. Le nuvole, con tutto il loro carico di implicazioni metaforiche e simboliche, sono uno di questi segni primari che ricorrono con frequenza nel suo lavoro, in modo particolare in una serie di lavori recenti che vengono presentati in questa occasione per la prima volta. In una continua variazione formale che nasce in primo luogo da un confronto ostinato con le diverse tecniche pittoriche e con le loro implicazioni concettuali e produttive, le nuvole diventano così lo strumento per cercare di distillare immagini che abbiano la forza della poesia.